giovedì 24 febbraio 2011

Insegnanti

Stamattina siamo arrivati in ritardo. Chiara ieri sera non aveva molta voglia di dormire … Mentre l’accompagno in macchina, ci ascoltiamo il suo motivo del momento (Se bastasse una canzone). Sembra contenta, dopo l’incazzatura per la sveglia ….
Arriviamo. Il cancello è ovviamente chiuso ed allora suono e mi aprono.

Mariella ci viene incontro sorridente. Chiara ride e va subito in classe chiamata a gran voce da una compagna che l’abbraccia, l’aiuta a togliere il giubbotto e a posare lo zaino.E’ anche troppo, lo so. E Chiara ce la fa benissimo da sola, ma non me la sento ancora di dir niente. Mi piace troppo l’accoglienza che le fanno. Magari ci penserà la nostra consulente alla prossima visita …

Mariella mi dice che mi deve dire due cose. Oddio, avrà creato un casino? No. Alla faccia del mio essere prevenuto, una cosa che mi dice che è un piacere veder Chiara lavorare insieme agli altri in questi giorni. Si illumina, Mariella. Ne ha tutto il diritto. Ha saputo entrare in relazione con la bambina, accettare di partecipare attivamente al programma ABA che non conosceva nonostante una massiccia formazione TEACCH sull’autismo, intervenendo ai Workshop a scuola ed a casa mia (quando può! Cioè quasi sempre.), farla lavorare in classe cercando di farle seguire quanto più possibile il programma di tutti. Favorire la relazione dei compagni con lei e viceversa.

Cosa posso volere di più? Forse proporla come insegnante di sostegno dell’anno, ma non so se fanno una valutazione simile, né se a lei la cosa interesserebbe.

Quello che imparo tutti i giorni è che non bastano PEI, GLH, ecc. Queste sì “fortezze vuote”, se non riempite da una umanità che – mettendo in gioco sentimenti e valori – renda speciali e unici i percorsi di crescita di ciascun bambino.

Acireale, 12 gennaio 2011

Nello

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